27 Gennaio 2016
Geo-blocking e mercato digitale: risoluzione del Parlamento europeo
Il 19 gennaio 2016 il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione non legislativa per la tutela dei consumatori e per la regolamentazione del mercato digitale, finalizzata alla realizzazione di un mercato unico digitale.
Obiettivo principale è la promozione della competitività dell’UE e produrre effetti positivi sulla crescita e l’occupazione, nonché rilanciare il mercato unico e rendere la società più inclusiva grazie alle nuove opportunità offerte ai cittadini e alle imprese, in particolare attraverso lo scambio e la condivisione dell’innovazione.
Geo-blocking: inibizione dell’accesso ai contenuti del web sulla base della collocazione geografia del consumatore e/o alla sua residenza, rilevabile tramite l’indirizzo IP.
In particolare lo scopo di detta risoluzione è quello di rimuovere le barriere per le piccole imprese e porre fine al c.d. geo-blocking, e cioè l’inibizione dell’accesso ai contenuti del web sulla base della collocazione geografia del consumatore e/o alla sua residenza, rilevabile tramite l’indirizzo IP.
Nella pratica accade con frequenza che uno stesso venditore offra i propri beni o servizi attraverso diversi siti web, gli uni destinati ai consumatori del Paese in cui esso stesso ha sede, gli altri ai consumatori di Paesi diversi, applicando però condizioni e prezzi differenti: in tali casi può verificarsi che il venditore si rifiuti di accettare l’ordine di acquisto di un consumatore con un indirizzo IP di un Paese diverso o che ne blocchi del tutto l’accesso, reindirizzandolo – anche tramite automatismi – verso un altro sito web, che vende gli stessi beni a prezzi meno convenienti.
Inoltre si verifica anche che i venditori rifiutino anche di accettare le carte di pagamento emesse da istituti di credito con sede all’estero: il geo-blocking quindi, con tali restrizioni, costringe il consumatore a fare acquisti on line solo nel Paese in cui risiede, molto spesso a prezzi più alti per i medesimi beni e servizi.
La nuova normativa mira a eliminare la discriminazione geografica commerciale per la quale, si ricorda, è prevista la segnalazione al Centro Europeo Consumatori Italia che si incaricherà di contattare il professionista e, ove quest’ultimo non provveda ad eliminare la discriminazione, trasmetterà all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, competente in materia, la relativa segnalazione.
Si consiglia di analizzare le procedure interne di promozione e vendita dei prodotti, nonchè di relazione con la clientela al fine di presidiare il rischio legato ad una eventuale contestazione di disciminazione commerciale su base geografica.