21 Aprile 2016

Ludopatia: la normativa regionale

Ludopatia: la normativa regionale

Come è noto, le leggi statali e regionali concorrono, ciascuna nel proprio ambito, al perseguimento dello stesso obiettivo, in questo caso la tutela della salute, materia in cui è prevista a livello costituzionale la legislazione concorrente tra Stato e Regioni, ove quest’ultime esercitano la loro potestà legislativa con il solo limite del “rispetto dei principi fondamentali” stabiliti dalle leggi dello Stato, come indicato all’art. 117, terzo comma, della Costituzione.

Preliminarmente è importante ricordare che la Corte Costituzionale, con la sentenza 300/2011,  ha riconosciuto alle Regioni la possibilità di legiferare in materia di regolamentazione delle sale da gioco, al fine di tutelare persone socialmente a rischio e prevenire la ludopatia.

  Tra i testi delle diverse leggi regionali, vi sono alcuni argomenti comuni riguardanti i limiti alla collocazione delle sale da gioco, l’ideazione di un marchio “no slot”, l’istituzione di un Osservatorio, il divieto di pubblicità per i locali,  gli obblighi per i gestori e relative sanzioni, comprese la formazione e le campagne di prevenzione, nonché i Piani annuali.

Alcune leggi regionali (Abruzzo, Lazio, Liguria, Alto Adige) prevedono una distanza minima di 300 metri dai “luoghi sensibili”, mentre la legge del Trentino autorizza i comuni a vietare l’installazione di slot machine in alcune aree circoscritte per motivi legati alla sicurezza urbana, alla qualità del contesto urbano, alla viabilità e all’inquinamento acustico. La legge della Valle d’Aosta subordina l’aumento degli apparecchi negli esercizi già autorizzati al rispetto della normativa sulle distanze minime; la stessa legge consente ai comuni di deliberare sugli orari di apertura e di disporre agevolazioni tariffarie per gli esercizi “no slot”. E’ importante sottolineare che le leggi provinciali del Trentino e dell’Alto Adige prevedono la possibilità di rimuovere anche gli apparecchi installati prima dell’entrata in vigore della normativa: e ciò ha consentito la rimozione da parte dei sindaci anche delle attrezzature nelle sale da gioco che già godevano di un’autorizzazione.

In alcune Regioni (come Basilicata, Liguria, Piemonte, Puglia, Toscana e Campania) è stato istituito un apposito Osservatorio sul gioco d’azzardo, mentre la maggior parte delle leggi prevedono l’at­tivazione di corsi di formazione obbligatoria per i gestori delle sale da gioco e dei locali ove sono installate le apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito.

Infine diversi leggi prevedono  specificamente incentivi e disincentivi fiscali, tramite l’Irap, a seconda che vengano disinstallati o mantenuti apparecchi per il gioco: ad esempio, le regioni Lombardia, Piemonte, Basilicata ed Umbria hanno stabilito una riduzione dello 0,92% dell’Irap per gli esercizi che effettuano la disinstallazione ed un corrispondente aumento dello 0,92% per le sale con attrezzature da gioco; la Toscana ha previsto un aumento dello 0,3% ed una riduzione dello 0,5%, mentre il Veneto solo l’addizionale dello 0,2% a carico di chi mantiene le attrezzature da gioco. Ulteriori forme di premialità per gli esercizi “no slot” sono previste anche dalla normativa di Emilia Romagna, Campania, Valle d’Aosta e Trentino.