21 Aprile 2016

L’importanza della lotta alla ludopatia

L’importanza della lotta alla ludopatia

Più delle definizioni e dei dati statistici, pur sempre importanti, sono gli effetti e le implicazioni della ludopatia (nota anche come dipendenza da gioco o gioco d’azzardo patologico, spesso indicato come G.A.P.), che spiegano la sempre crescente importanza delle attività di prevenzione e contrasto a questo fenomeno, sia a livello sociale che normativo.

Ormai da tempo la comunità scientifica ha sciolto i dubbi circa la questione se considerare o meno il gioco d’azzardo patologico una vera e propria malattia: ed infatti già analizzando sinteticamente i criteri generali che definiscono la malattia, si può comprendere lo stretto legame tra questa ed il G.A.P. Prima di tutto l’alterazione e la sofferenza, come condizione di alterazione del normale funzionamento dell’organismo che crea sofferenza fisica e psichica. Poi vi è la causalità, cioè la malattia risulta da una serie di cause quali infezioni, difetti genetici, ecc. Ulteriore elemento e l’evidenza fenomenica, costituita da segni o sintomi identificabili della malattia; infine il processo patologico innestato dalla malattia quale evoluzione negativa della salute che necessita di diagnosi e cura.

Il gioco d’azzardo patologico presenta tutti e quattro i criteri generali sopra riportati e deriva da un comportamento reiterato di gioco d’azzardo in una persona vulnerabile che presenta sistemi neuropsichici alterati, fino a comportare lo sviluppo della patologia.

Partendo da questo presupposto, il G.A.P. si presenta come una malattia neuropsicobiologica del cervello, spesso cronica e recidivante, che si esplicita con comportamenti patologici compulsivi e specifica sintomatologia neurovegetativa, associata a gravi conseguenze fisiche, psichiche e sociali per l’individuo. Il G.A.P. è da intendersi come la conseguenza di un comportamento volontario di gioco d’azzardo persistente in un individuo vulnerabile alla dipendenza, che presenta cioè alterazioni preesistenti dei normali sistemi della gratificazione, del controllo degli impulsi e delle funzioni cognitive correlate.

Non a caso il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (redatto dall’A.P.A.American Psychiatric Association) ha inserito, nel 2013, il gioco d’azzardo patologico nell’area delle dipendenze (addictions) per le similarità tra il G.A.P. e le dipendenze da alcol e altre sostanze d’abuso.

Già da queste poche considerazioni si può ricavare un’idea della portata sociale del fenomeno, che non riguarda solo il giocatore ma coinvolge il suo intero nucleo familiare, l’attività lavorativa, i rapporti interpersonali e, come visto, la sua stessa salute, fino ad arrivare a casi in cui entra in contatto con ambienti criminali per poter reperire il denaro per giocare, circostanza che evidenzia la forte interconnessione tra il gioco d’azzardo e l’usura, oltre che con il sovraindebitamento delle famiglie italiane in generale.

Il forte impulso che ha avuto il gioco, negli ultimi quindici anni, nelle sue varie forme, da quelle  tradizionali a quelle fruibili grazie ad Internet rientranti nel c.d. e-gaming, ha determinato un sensibile incremento del volume monetario speso per l’alea, e questo proprio in anni in cui si è verificata una crisi economica molto vasta e duratura, a testimonianza del rapporto, solo apparentemente paradossale ma inversamente proporzionale, tra situazione socio-economica e crescita esponenziale del settore gioco: al grave “impoverimento” causato dalla crisi, ha risposto un altrettanto grave bisogno di ricercare un guadagno facile, una vincita fortunata, e quindi di compensare la depressione inseguendo una illusione.