06 Marzo 2017

L’equilibrio Economico, Patrimoniale e Finanziario d’impresa: è solo una questione di governo del Cash Flow?

L’equilibrio Economico, Patrimoniale e Finanziario d’impresa: è solo una questione di governo del Cash Flow?

La valutazione di un’impresa passa attraverso l’analisi di alcuni valori fondamentali in grado di descrivere la capacità dell’azienda di generare un’adeguata redditività, un contenuto livello di indebitamento ed una idonea copertura dei fabbisogni di capitale.

Questi valori fondamentali derivano dal PROCESSO PRODUTTIVO dell’impresa. L’attività operativa di un’impresa consiste nella gestione di processi produttivi.

Il PROCESSO PRODUTTIVO è la continua e ripetitiva attività di acquisto, trasformazione e vendita: la certezza dell’imprenditore è quella di sostenere-PRIMA- senz’altro dei PAGAMENTI per poi  sperare nei FUTURI INCASSI.

L’attività d’impresa passa dall’ acquisto di materiali, servizi,lavoro e le necessarie immobilizzazioni, che sono funzionali a creare la struttura produttiva necessaria ad ottenere prodotti e/o servizi da vendere.  L’acquisto di materiali, servizi e lavoro genera i costi di gestione, mentre la vendita dei prodotti e/o servizi genera i ricavi di gestione. 

Riprendendo il modello “scalare” del Conto Economico, con un certo margine di approssimazione si può in questa sede brevemente ricordare quanto segue, in cinque successivi steps, che ci conducono dal Fatturato all’utile (e/o perdita).In particolare:

A) La differenza tra i ricavi di gestione e i costi di gestione determina il Margine Operativo Lordo (M.O.L.).

B)Sottraendo al M.O.L. gli ammortamenti della struttura produttiva (che rappresentano, dal punto di vista economico, il costo da imputare a ciascun esercizio e, dal punto di vista finanziario, il piano di recupero del capitale speso per l’acquisto della struttura produttiva stessa), si ottiene il Margine Operativo Netto (M.O.N.) che è il margine generato dalla gestione operativa dell’impresa.

C) Al Margine Operativo Netto vanno detratti gli Oneri Finanziari (O.F.) che rappresentano la remunerazione che spetta ai fornitori di Capitale di Terzi a medio e lungo termine e di Capitale di Terzi a breve.

D) Quanto rimane è definito Utile Lordo (U.L.) che rappresenta, in linea di massima, la remunerazione dei conferenti di Capitale Proprio.

E) Determinato l’Utile Lordo e sottratte le imposte da pagare, si determina così l’UTILE NETTO.

Ora, tuttavia, bisogna aggiungere che l’analisi economica, patrimoniale e finanziaria di una Azienda e del suo “andamento”ci consente la costruzione di un quadro essenzialmente statico dello stato di salute aziendale, mentre l’analisi del cash flow ci permette uno studio dinamico. Attraverso l’analisi del cash flow è possibile identificare provenienza e destinazione delle risorse movimentate in un certo periodo di tempo, essenzialmente riconducendole alle quattro aree in cui è possibile scomporre, in prima approssimazione, la gestione aziendale:

  1. L’Area della Gestione Operativa Corrente;
  2. L’Area degli Investimenti e dei disinvestimenti
  3. L’Area dei Finanziamenti e dei Rimborsi
  4. L’Area delle remunerazioni Finanziarie e delle operazioni Accessorie

Il cash flow mostra se la liquidità prodotta in azienda è sufficiente a garantire la copertura degli esborsi connessi agli oneri rivenienti dall’indebitamento.Esso viene calcolato in due modi. Esiste una formula semplificata (economica) ed una più corretta (finanziaria, in tal caso parleremo di cash flow gestionale).

La prima versione è una “approssimazione” del reale flusso di cassa e si ottiene a partire dall’utile d’esercizio più gli ammortamenti, gli accantonamenti ed i fondi imposte, secondo la seguente formula:

CASH FLOW = Utile netto + Ammortamenti + Accantonamenti + F. Imposte

Per essere precisi, dal punto di vista dell’economia aziendale dovrebbero essere inclusi nel calcolo anche i cambiamenti relativi a riserve, fondi di riserva vari, profitti estranei all’azienda o spese, scorte e prelievi privati.

Un concetto più preciso di cash flow è quello di “cash flow gestionale”. Esso rappresenta l’effettivo flusso finanziario netto prodotto dalla gestione caratteristica.

I flussi in entrata ed i flussi in uscita prodotti dalla gestione operativa corrente possono essere calcolati come segue:

Crediti di gestioneT

FatturatoT+1

Crediti di gestioneT+1

Incassi = FatturatoT+1 – Var. crediti di gestione

Debiti di gestioneT

Costi di gestioneT+1

Debiti di gestioneT+1

Pagamenti = Costi di gestioneT+1 – Var. debiti di gestione

 

Tal chè si ha che il :

CASH FLOW GESTIONALE = Incassi (gestione corrente) – Pagamenti (gestione corrente)

Da cui:

CASH FLOW GESTIONALE = [Fatturato – Var. crediti di gestione] [Costi di gestione – Var. debiti di gestione]

da cui si ha che il

CASH FLOW GESTIONALE MOL  –  Var. capitale circolante

Così rappresentato, si può subito ottenere il CASF FLOW GESTIONALE NETTO, che rappresenta la prima forma di finanziamento dell’impresa ed incarna, propriamente, la differenza tra incassi di gestione e pagamenti di gestione, ovvero tra ricavi di gestione che si presume di incassare nell’arco temporale di riferimento (anno, trimestre, mese, ecc.) ed i costi di materiali, servizi, lavoro ed imposte che si presume di pagare nello stesso periodo di tempo.

Viene calcolato attraverso l’ausilio della formula qui di seguito riportata, ottenuta dalla precedente , “nettizata” dalle imposte:

CASH FLOW GESTIONALE NETTO MOL – Imposte –  Var. capitale circolante netto operativo

Si evidenzia, a questo punto, come Il cash flow gestionale dipenda dalla capacità dell’impresa di generare margini caratteristici e dal ciclo monetario aziendale ed, ovviamente, l’analisi si preoccuperà di accertare l’esistenza(o meno) di tale capacità e l’ampiezza (nonché  la “temporalità”) della generazione dei “margini”.

Si può naturalmente apprezzare come Il cash flow gestionale serva, laddove presente,  a coprire i fabbisogni derivanti da nuovi investimenti, remunerare e rimborsare il capitale di terzi, distribuire l’utile ai soci.

Maggiore è la capacità di creare cash flow, minore è il ricorso a fonti esterne (riduzione indebitamento – miglioramento rating aziendale).

Tuttavia bisogna rifuggire da…facili manovre, come lo “scontato” ricorso al credito come soluzione ovvia, comoda e persino semplice. L’efficacia di un sano “controllo di gestione”, volto ad ausiliare l’imprenditore e diretto ad accrescere il suo grado di “indipendenza” finanziaria, è volta a “sanare” problematiche che cerco di rendere con un adeguato parallelismo, prendendo spunto dalla medicina.

Un’azienda puo’ essere benissimo assimilata ad un corpo umano: come in questo vi sono legami fra i vari organi, così in quella vi sono strette correlazioni fra le varie funzioni; ad esempio un mal di testa potrebbe essere causato da un cattivo funzionamento del fegato; prendere un anti-dolorifico non risolverà assolutamente il problema!

Come direbbe un idraulico, insomma: “Se da una tubatura non esce acqua, cambiare il rubinetto non servirebbe a nulla! Cerchiamo invece le cause della perdita!”

Allo stesso modo difficoltà finanziarie non andranno risolte con un mero ricorso al credito, perché potrebbero invece dipendere da un non corretto controllo di gestione; l’errata analisi dei costi può portare, ad esempio, a formulare un prezzo che non assicura adeguati margini di contribuzione ed una non risolta gestione(e controllo!) dei tempi medi degli incassi e/o dei pagamenti può contribuire certamente ad un dilatarsi dello squilibrio dinamico tra “Ciclo Operativo”(Ciclo Tecnico) e “Ciclo Monetario”(Ciclo del Circolante).

Polignano a Mare, 7 Febbraio 2017