11 Febbraio 2021

Filtro ambientale, green factor e criteri ESG: la roadmap della commissione europea e dell’EBA

Filtro ambientale, green factor e criteri ESG: la roadmap della commissione europea e dell’EBA

Si fa un gran parlare della sostenibilità nel settore finanziario: le numerose iniziative a livello europeo, prime tra tutte quelle guidate dall’Action Plan on Sustainable Finance della Commissione Europea, insieme ai sempre più forti trend di mercato, stanno supportando e spronando i principali attori del mondo dell’intermediazione creditizia a integrare i fattori Esg nelle proprie strategie di business.

In particolar modo, negli ultimi anni è aumentata l’attenzione dei regulator nazionali e internazionali verso la finanza sostenibile, intesa come strumento per creare valore nel lungo periodo.

Dal punto di vista regolamentare, la Commissione Europea ha dato l’impulso, alimentando l’interesse per il tema e delineando una roadmap in termini di obiettivi per i prossimi anni, attraverso l’emanazione di un piano d’azione sulla finanza sostenibile. Qui sono riassunti i principali Regolamenti/Linee guida in tema criteri ESG:

  • l’EBA, attraverso il proprio “Action plan on sustainable finance” ha definito una roadmap che entro il 2025 prevede la regolamentazione dell’integrazione dei fattori ESG all’interno del business model e del risk management delle banche, la definizione di requisiti di vigilanza prudenziale nonché criteri di disclosure;
  • sempre l’EBA,  nelle proprie “Linee guida in materia di origination e monitoring dei crediti” ha inserito, nell’ambito degli standard volti a migliorare concessione e monitoraggio dei crediti, anche i rischi ambientali, sociali e di governance, invitando le banche a definire processi e modalità di gestione dei green lending;
  • la Commissione Europea ha emanato una “tassonomia” (“EU taxonomy”) finalizzata a creare una classificazione delle attività economiche sostenibili, ovvero che contribuiscono positivamente all’ambiente, su aspetti sociali e di governance;
  • la BCE ha diffuso una propria “Guida sui rischi climatici e ambientali” che espone le aspettative di vigilanza in materia di gestione di tali rischi e di informativa.

Il filtro ambientale, sociale e di governance (Esg) dovrà permeare l’intera struttura a partire dalle scelte strategiche di fondo prese dagli organi apicali sino ad essere inserito nelle policy di rischio del credito degli intermediari europei. Tradotto: il finanziamento alle aziende sarà concesso dagli istituti tenendo presente anche i fattori legati alla sostenibilità.

L’authority interviene quindi a gamba tesa nella pratica, ormai diffusa, di concedere finanziamenti a sconto alle aziende qualora raggiungano determinati obiettivi di sostenibilità: tagli di emissioni CO2, formazione dipendenti e altri target che sempre più spesso vengono inseriti nei finanziamenti cosiddetti green. L’Eba ora vuol vederci chiaro e delega i controlli agli attori finanziari.

La svolta Eba è molto importante e mette sempre più in evidenza il ruolo dei criteri Esg: si lascia l’aspetto teorico e si comincia a declinare la sostenibilità nell’operatività quotidiana. L’obiettivo dell’Authority è mettere in luce i profili, le informazioni e le azioni che gli intermediari finanziari dovrebbero considerare nella definizione e nella valutazione dei prodotti finanziari “sostenibili”, nonché delle imprese che intraprendono scelte legate all’ambiente, agli aspetti sociali e alla governance.

La finanza sostenibile è un mercato in via di sviluppo in grado di generare valore economico e soprattutto sociale sul lungo periodo che considera soluzioni d’investimento che, oltre a utilizzare logiche finanziarie, integrano fattori ambientali, sociali e di governance nel processo decisionale di investimento.

Oggi la «sostenibilità» è un elemento prioritario per Banche, Compagnie Assicurative, consulenti finanziari e imprese. Una strategia rivolta alla «sostenibilità» è in grado di garantire numerosi vantaggi, mentre sottovalutare tali aspetti può esporre a rischi di vario tipo, come quello reputazionale che, grazie alla sempre maggiore attenzione da parte degli stakeholders alle tematiche ESG, ha assunto un’importanza sempre più rilevante. Il mercato ha infatti dimostrato di premiare i comportamenti riconosciuti come virtuosi nei tre elementi della «sostenibilità»: environment, social e governance.

 

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